Friargiu - Febbraio

    
Si continuava a zappare e ad estirpare le erbacce. Si raccoglievano i rami e le radici secche di cisto (muregu) per le fritture di carnevale. Si ammazzava il maiale e si divideva in parti per conservarlo per l'inverno. Lo strutto, con piccoli pezzi di carne (is gerdas), veniva usato per condire sughi e minestrone (sa minestr'e loi).

 

A febbraio si festeggiava il Carnevale. In ogni zona della Sardegna e del Sulcis aveva denominazioni diverse, a Sant'Anna Arresi veniva chiamato "Po segai pezza", perché era il periodo in cui si ammazzava il maiale. Il giovedì grasso, chiamato  "sa giobi'e arrabiolu", per l'abitudine di mandare quei dolci in dono "a i gomaisi", si preparavano "sippuasa" (zeppole) e "arrubiolusu" (dolci a base di formaggio, uova e farina che venivano poi fritti).

Per fare degli scherzi ci si mascherava in modo spventoso o buffo, sfruttando ciò che si possedeva, "Mascheras'e brulla". Un'altro tipo di maschera era "Sa mascher'e rispettu", che consisteva nell'indossare il costume tradizionale col viso coperto.  Le diverse maschere si riunivano in gruppo e andavano in giro per le case a farsi offrire da bere e mangiare. "Su libru" ero lo scherzo più ricorrente, si passavano le mani annerite dalla fuliggine sulle facce delle persone che si incontravano per la strada.

Il ritrovo era nei locali utilizzati per ammucchiare il grano, dove si ballava, si mangiava e beveva. I balli si chiamavano "ballusu obbligausu", le donne non potevano rifiutarsi di ballare neanche se invitate da persone poco gradite. Se rifiutavano anche un solo ballo, non potevano ballare per l'intera serata e diventava oggetto di scherzi. I balli erano rappresentati dai tradizionali balli folkloristici maurredus, "su ballu tundu", "su passu torrau", ecc.

Oltre ai balli venivano fatti dei giochi, uno dei più conosciuti era quello delle sedie (giogh'e cadiras). Un ragazzo e una ragazza erano seduti con le schiene attaccate, veniva dato l'ordine di alzarsi e se si giravano contemporaneamente nella stessa direzione potevano ballare assieme, altrimenti il gioco ricominciava e la dama provava a trovare il suo cavaliere.

Il giorno del martedì grasso, nella piazza di Sant'Anna Arresi si bruciava "su carnevali", un pupazzo riempito di paglia e vestito con indumenti maschili. Per l'occasione si cantava e si faceva festa.