La torre di Porto Pino

    

La torre di Porto Pino, di cui non si riescono a trovare le tracce, secondo il Fois, era operativa dal 1785 al 1819. In una carta del Regno di Sardegna del 1792, si nota che la torre era costruita nel promontorio di Punta Menga, probabilmente nello spazio arido antistante le postazioni antinave. Se si osserva la grande quantità di rocce calcaree utilizzate a protezione delle postazioni della seconda guerra mondiale, appare verosimile una sua distruzione, ovvero un impiego delle pietre della struttura demolita da altri in passato. Secondo il Camos (1572), il Fara, il De Vincenti (1720), Porto Pino è segnalato come una zona in cui costruire una torre. 

L'armamento della presunta torre era probabilmente costituito da fucili, spingarde e cannoni. Il personale in servizio era costituito da tre o quattro persone, un artigliere e alcuni soldati. Considerando che la torre di Porto Scudo aveva l'Alcade, sicuramente la torre di Porto Pino dipendeva da essa. Lo scopo della torre era quello di segnalare le incursioni.  

In una relazione del Cagnoli, del 1720, compare un elenco di zone in cui sarebbe necessario costruire una torre, tra queste è individuata la zona di "punta Sarri in territorio di Villamassargia". Dallo studio della carta del 1792, citata in precedenza, vi è l'indicazione della zona di Sarri, in territorio dell'attuale Comune di Sant'Anna Arresi e nelle immediate vicinanze compare un'agglomerato di case. Non ci sono riferimenti di una zona "Sarri" in zona Villamassargia, tuttavia appare alquanto improbabile la necessità della costruzione di una torre in un luogo così distante dal mare.

In una carta di Domenico Colombino del 1720, è citato il nome di Porto Pino.

La descrizione completa, la foto e i disegni della torre sono consultabili a pagina 86 e 181 del libro "LE TORRI COSTIERE DELLA SARDEGNA" di Gianni Montaldo.

                                       

Bibliografia