Anno 1802

    

" Intorno al 1802 una galeotta tunisina essendo di notte avvicinata alle sponde di Arrèsi scendeano in terra molti barbari per far qualche preda nelle vicine campagne, e quando fu giorno si diressero sopra un casale. Una bellissima giovinetta che fra giorni dovea dar la mano a un pastorello fu sorpresa e invan renitente e invocante il padre e il fratello che erano dietro la greggia fu strappata dalla abitazione. Le sue grida avvisarono un pastore: il quale spediti due suoi garzoni che chiamassero i vicini, mosse per trattener nel corso i masnadieri, e quando fu in luogo opportuno volgendo su di essi lo schioppo, con molta prestezza fece più colpi, e uccise altrettanti. Il padre e lo sposo con alcuni altri sopravvennero e nell'impeto del furore si lanciarono sopra i barbari con sciabole e scuri. Fervea sanguinosissima la mischia, e tra le feroci grida risuonavano i gemiti della fanciulla. Toccò il core dello sposo quella voce, e infuriando più che una tigre, abbattuti gli ostanti potea giunger a lei. L'impuro africano che tenea stretta la disperata verginella ferito nel petto rilasciò la preda: il vincitore abbracciava l'amata con la sua sinistra, e addossatosi a un margine difendeasi con la destra da quei che l'assalivano. Egli versava sangue da più ferite, ma scemando il sangue parea crescesse il suo vigore. I pochi barbari che rimanevano all'ira de' valorosi  vedendosi sopraffatti si volsero in fuga; ma questa non era tanto celere, che non fossero spesso tocchi dal ferro degli inseguenti. Ritornati quei prodi nel luogo della pugna dopo aver prostrati i fuggitivi videro giacente nella morte lo sposo, e la misera fanciulla inginocchiata presso il sanguinoso corpo. L'afflitta dopo pochi momenti spirava tra le braccia del padre."

da Goffredo Casalis - 1841

 

Quanto riportato è stato rinvenuto per caso e la citazione di "Arrèsi" ci ha fatto collegare la vicenda ad una località della nostra zona. 

Nell'estate del 1811 nella costa di Teulada, vi fu uno scontro navale tra la marina sarda comandata dal Comandante Porcile e tre imbarcazioni barbaresche. Dopo l'arrembaggio e il fuoco dei cannoni, il naviglio barbaresco subì ingenti danni. La nostra marina riuscì a catturare una galeotta e un felucone, e a mettere in fuga una feluca.

 

Intorno al 1816, per porre fine alle incursioni barbaresche, ci fu una massiccia offensiva ai danni delle città del nord africa da parte degli inglesi, olandesi e francesi. Nel 1830 finirono le continue incursioni dei pirati che avevano seminato il terrore nelle coste del mar mediterraneo. Come conseguenza della tregua, la popolazione, che per timore delle incursioni si era rifugiata nell'entroterra, cominciò a tornare verso le pianure antistanti gli stagni di Porto Pino. Oltre alle incursioni, anche la zona paludosa, notevolmente malsana, aveva, nel corso dei secoli, tenuto lontano ogni insediamento umano.

                                      

Bibliografia