Solci Portus

Da uno studio su "La costa sulcitana in Tolomeo" di Piero Meloni, si è appreso che il grande astronomo e geografo Tolomeo fece uno studio particolareggiato anche di tutta la nostra zona. Lo studio che condusse non si basava su osservazioni astronomiche ma da distanze tra punti marittimi e costieri. Abbiamo trovato molto interessante le notizie relative a tre porti della zona: "Solci Oppidum" (attuale Sant'Antioco), "Solci portus" e "Chersonesus".

Si esclude per vari motivi che la posizione di "Solci portus" fosse quella del porto di Sant'Antioco, come si può rilevare dalla seconda redazione dello studio di Tolomeo. Si è pensato ad una località tra la laguna di Porto Botte e quella di Porto Pino, tesi avvalorata dal rinvenimento in quella zona di numerosi resti di cocciopesto romano e abbondante cocciame tardo punico e romano presso lo stagno di Maestrale. Presso Monte Sarri, in località Guardia Cimitoria (o Costa de Gimitoriu), sono state scoperte vari anni addietro e, purtroppo distrutte, molte tombe a fossa probabilmente romane. Sono state, inoltre, trovate monete risalenti all'epoca romana. Resti di cocciame e frammenti di tegoloni romani sono stati trovati anche in località: Terra Sarina, Nur e' goga e Guardia sa Perda Fitta.  

Tutta questa serie di indizi e la distanza di "Solci Portus" da "Solci Oppidum" fanno supporre che questa installazione fosse dislocata in una zona compresa tra il territorio di Porto Botte e Porto Pino. Non è ancora chiaro se fosse un solo grande centro abitato, come la tradizione locale asserisce, o di insediamenti sparsi in prossimità del mare. Nell'altura detta Guardia sa Perda sono stati localizzati i resti di un presumibile edificio religioso, databile intorno al sesto o settimo secolo a.C. In ogni caso è più probabile che il porto di cui si è parlato fosse ubicato nella zona di Porto Botte (tracce di costruzioni romane furono scoperte nella zona della sua peschiera), perché Porto Pino, come appreso dagli studi di Giuseppe Floris, era conosciuto prima col nome di "Poenus Portus" (Porto dei Punici) e in seguito alla distruzione da parte dei romani venne chiamato "Pinus Portus". 
Per quanto riguarda il "Chersonesus", l'identificazione è più semplice, dovrebbe essere Capo Teulada, la punta più meridionale della Sardegna, ed è valida l'osservazione che una posizione come questa non poteva essere ignorata dall'itinerario marittimo che costituì la fonte di Tolomeo. Resti di muri romani sono stati osservati nelle immediate vicinanze del Capo, e nella zona pianeggiante di Zafferano sono state identificate numerosissime testimonianze dell'età punica e romana, rappresentate da frammenti fittili e di cocciopesto, da molti ruderi di mura e da alcune tombe. Altri muri, specialmente ai margini orientali e occidentali della piana, debbono datarsi ad epoca romana per la presenza di calce usata come coesivo e di blocchetti, anziché pietrame grezzo leggero, usati come materiale da costruzione. Anche fra le tombe, alcune vanno datate all'epoca romana: sono cinque tombe a fossa (già violate), lunghe in media m. 2,10 e larghe m. 0,70. Si tratta della fase romana di un centro fenicio-punico che può essere datato intorno al VI secolo a.C.

Bibliografia